SCRITTORI AL BIGNÈ / Sesto giorno

Se dopo, se mai ci sarà un dopo così come io immagino il dopo, quel dopo, dicevo, che viene dopo il prima di tutto questo, ecco, se mai dopo, in quel dopo che tutti ci auguriamo arrivi presto, dico, in quel dopo, ecco, ci ritroveremo invasi, non dagli alieni, ma da nuovi scrittori.

Scrittori non per scelta ma per necessità, sì perché in quel dopo, quando questa provvisorietà sarà un lontano e oscuro ricordo, tutti avranno una gran voglia di raccontare la propria storia, la propria esperienza, la solidarietà, il silenzio, i canti, i pianti, le videochiamate, i balli, gli amici ritrovati, gli amici persi, la fame, i desideri, i sogni… 

Sarà, dicevo, un dopo pieno di narrativa buona per la domenica mattina quando torneranno le passeggiate in montagna o tutti in auto per le gite in campagna. 

Torneranno le autostrade bloccate, i clacson strombazzanti, lo smog, le liti per un parcheggio, le stazioni sciistiche affollate, le città di mare prese d’assalto, tutti a fare l’aperitivo e viva la vita, viva la libertà.

Ogni cosa ci apparirà meravigliosa, sarà un dopo senza un prima, un dopo nuovo. Il prima di ora che io ho già quasi dimenticato anche se c’è una cosa che non ho dimenticato e al solo pensiero il mio cuore s’è di colpo intristito. 

È domenica mattina e soltanto ora ho preso coscienza di un terribile fatto.

Vi prego, vi supplico scrittori del dopo, quello che desidero leggere dopo, dopo di ora si intende, è la storia di un pasticciere. 

La storia di un pasticciere contrabbandiere, un eroe che portava i dolci negli ospedali, ai poveri e ai bisognosi, che la notte girava per la città a portar dolce ristoro ai solitari e ai dimenticati barboni. 

Un romanzo noir, distopico, urban fantasy, un romanzo di formazione o d’avventura, un gotico, un thriller oppure d’azione, un romanzo erotico, soft erotico, psicologico, umoristico, sociale, epistolare, insomma qualsiasi cosa vi inventerete dopo vi chiedo un’ode al pasticciere.

Perché dopo, dopo di ora, bisognerà affrontare e porre rimedio in qualche modo ai danni psicologici causati dall’aver privato gli italiani, ma penso soprattutto ai napoletani e al sud in generale, del piacere domenicale, del rito di scartocciare il cartoccio profumato delle paste. 

Una mancanza a cui nessuno ha pensato fino ad oggi, oggi che è la prima domenica della quarantena e tutte le pasticcerie sono chiuse!

©MimmaRapicano_2020

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