LA CREAZIONE / Settimo giorno

E il settimo giorno egli si riposò da tutte le opere sue. Plasmata che ebbe la terra, una tenebrosa stanchezza lo prese. Passò la divina mano tra i capelli arruffati, aggrottò la fronte e guardò in basso.

Oltre i piedi, nodosi e pallidi, vide le opere sue immobili, in attesa del divin soffio per prendere vita. Egli non pareva soddisfatto, tentennava, s’interrogava. 

La sua invulnerabilità si trasformò in pianto e quel pianto in pioggia e il cielo s’oscurò. Con il cuore spezzato decise di cancellare ogni cosa, perfetta e imperfetta. 

Poi una Voce gli entrò nell’orecchio e gli parlò: «Insegna loro a cantare».

Lui non sapeva cosa fosse questo “cantare”, né aveva dato la parola alle creature sue. Allora la Voce, per squarciare la tristezza dall’animo del Creatore, cantò. E gli occhi del Creatore si fecero splendore e illuminarono la terra e tutte le creature sue.

E cantò, cantarono tutti. Cantarono gli alberi, gli uccelli, le nuvole, il sole, le montagne, il mare, i fiumi, le creature nude, pure il viscido serpente, e fu un giorno perfetto. Poi impararono a volare e impararono a sognare.

©MimmaRapicano_2020

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