L’italiana che sogna New York dalla sua scrivania

Questa storia nasce a Napoli, è la storia di un sogno non ancora realizzato. È la mia storia. Una storia dai colori vivaci come la mia terra, dal sapore antico come il bucato fresco steso al sole nei vicoli stretti, che lievita col vento e si ritrae al tramonto. Un sogno che, da questo Golfo, è partito mille volte attraversando il mare di Ulisse per immaginare l’arrivo lì dove le muse trovano riparo. 

Sono una graphic designer napoletana. Per me New York ha sempre rappresentato un punto luminoso del globo dove tutto è avverabile, dove ogni cosa fluisce velocemente senza mai fermarsi, dove l’arte e la grafica si fondono in un matrimonio perfetto. È la mecca per ogni grafico che ha letto le biografie dei grandi pubblicitari e designer, un paese dei balocchi dove il mondo sale e scende sulla giostra della creatività. 

New York, nella mia immaginazione, è la fama e il successo, è assaggiare un pezzo di mela per entrare nella magica spirale della storia. Ma la verità è che New York è la metropoli per tutti, è la favola moderna, una città senza storia perché la storia è lì che accade istante dopo istante, un po’ sirena e un po’ puttana.

New York è come Napoli, dove il bene e il male si fondono tra il reale e l’immaginario. 

Napoli è una città distesa che ammalia e rapisce i sensi, le sue chiese, le sue strade conservano integro il fascino nel tempo, che cerca il riscatto dalla sua miserabile storia. New York, invece, è la geometrica e spigolosa arroganza spinta verso l’alto, una gigantesca e bulimica madre generosa del “Qui, tutto e possibile!”.

Alcune volte ripenso a cosa avrei potuto fare per realizzare i miei sogni. Bene, avrei potuto fare un mucchio di cose, ma ho scelto di farne altre, ecco la questione. Ai bivi più importanti della mia vita ho dovuto prendere una decisione, ed io una decisione l’ho presa. 

È la consapevolezza di aver deciso io quale direzione prendere, e questo fa sì che oggi non abbia nessun rimpianto. Quello che ha fatto la differenza, però, è stata la curiosità. La mia curiosità mi ha portato ad esplorare e alimentare ogni giorno, a piccoli bocconi, le mie passioni. Apro spesso il cassetto dei sogni non per tuffarci dentro le lacrime sperando in uno stucchevole lieto fine, ma per riporvi nuovi progetti e piccoli frammenti di creatività che raccolgo con i viaggi virtuali che faccio intorno al mondo. 

La curiosità mi ha portata a New York tante volte, attraverso i libri, le fotografie, l’arte, la danza, i film. 
Sono stata al Central Park in autunno quando i colori esplodono in mille sfumature color ambra, sono stata a correre sull’Hudson River, a passeggiare sull’High Line, nei caffè di Brooklyn. Sono stata per ore al MoMA e al Guggenheim, alla New York Public Library, a vedere musical a Broadway, ho ascoltato le più belle sinfonie alla Carniege Halle sono stata in tanti altri posti.

La mia scrivania è una stanza a cinque stelle e il computer e il web sono i miei inseparabili compagni di viaggio.

In ogni viaggio cerco di non lasciare indietro il mio sogno. Con i Social Network è facile essere aggiornati e sapere cosa accade nel mondo, le novità, le tendenze. È una continua scoperta di fatti, idee, e poi ci sono i webincroci con persone che, nella vita reale, per distanza, età e interessi, non avresti mai incontrato.

Non so ancora quando e come realizzerò il mio viaggio a New York ma intanto perfeziono e vivo la mia vita seguendo la teoria dei tre passi

tre passi sono per me quei brevissimi istanti, quegli attimi in cui prendo una decisione, in cui gusto una vittoria, una buona notizia. È l’intervallo necessario per una felicità che ha un tempo ben preciso, non dura molto, ma quel tempo riesce a rendermi ciò che sono.

Il prima e il dopo non contano, ciò che importa è quel senso di leggerezza che mi assale, che vorrei eterna, in quel momento che resta cristallizzato in un ricordo. Ecco cosa sono i tre passi.

Chiunque inizia un viaggio, chi decide un trasferimento, lontano dagli affetti e dalla propria terra, dovrebbe mettere in valigia i suoi tre passi, insieme alla paura e alla curiosità. 

La paura è un sentimento necessario, sarà il nemico affamato, oscuro e impalpabile, che cercherà di saziarsi dei nostri dubbi ma la curiosità sarà la nostra fedele amica che berrà alla fonte dei nostri sogni.

Ecco, la paura e la curiosità come sorelle a cui affidare il proprio cammino.

Ma nessuno potrà sapere cosa accadrà dopo una decisione importante, a volte bisogna abbandonare le certezze e vivere d’incertezze cercando i nostri frammenti al bivio successivo, magari dopo altri tre passi, quando si sarà costretti a decidere tra intuizione e ragione. 

E saranno questi frammenti a colmare il divario tra ciò che cercavamo e ciò che abbiamo trovato.

“Il piacere più grande ce lo danno i frammenti, e non a caso nella vita proviamo il più grande piacere quando la vita stessa ci appare come un frammento, e come il tutto è per noi raccapricciante, com’è orribile, in fondo, la perfezione di tutto ciò che è compiuto.” Thomas Bernhard

(Articolo pubblicato su Madre in Italy nel 2015)

In copertina particolare di “Young Woman in Profile” (1910) by Odilon Redon

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