IL VERDE NEGLI OCCHI

Ero già adulta quando ho visto per la prima volta il colore dei suoi occhi. Erano verdi gli occhi di mio padre. Mai mi ero spinta oltre il suo viso. Una distanza di sicurezza mi teneva al riparo. Avevo timore di quel viso corrucciato, perennemente arrabbiato con noi, con mia madre, con il mondo intero. Di lui conoscevo solo i divieti, le urla, i piatti lanciati in aria, il passo svelto e le mani nere. Nulla di più.
Quando era a casa con noi lo ricordo curvo sui libri mastro, quelli dei conti che non tornavano mai, imprecava nei confronti di mia madre, dei suoi familiari che, a detta sua, lo derubavano continuamente.
Quando era casa con noi spesso dormiva, lunghi pomeriggi accasciato sulla sedia di vimini in camera da letto. Io non dovevo far rumore e i miei giochi diventavano muti e tristi quando lui era a casa con noi. Eppure da bambina credo di averlo visto il suo sorriso le domeniche mattine quando ancora mi era concesso di giocare con lui. Ma è un ricordo così sbiadito che temo non sia mai esistito.
Il colore dei suoi occhi io non lo conoscevo ed è stata una strana scoperta per me. Quel colore innaturale, chiazzato come la pelle di leopardo di mille sfumature tra il verde e il marrone chiaro, mi ricordavano un bosco in autunno quando la natura muore per far posto all’inverno e si spoglia in onore dei venti freddi del nord.
Quel colore avrebbe potuto descrivere un uomo diverso da mio padre: brillante, forte, sicuro di sé, un uomo che amava la sua famiglia, un uomo di un altro pianeta.
Quel colore non gli si addiceva era uno scherzo del destino per lui che non ha mai visto null’altro che mastice e segatura. Ha trascorso una vita senza viverla veramente, non ha mai fatto altro che lavorare e lavorare, spaccarsi la schiena per pochi e inutili soldi. Nulla ha costruito se non il suo risentimento e ora vive in una realtà popolata dai fantasmi del suo passato. Un passato, il suo, che io non conosco se non per piccole schegge conficcate nella mia memoria.
Anche la sua ignoranza sulle cose della vita è stata una triste scoperta per me cresciuta orfana del suo affetto. Ha vissuto di rancore e rabbia. Ha calibrato ogni sua azione seguendo un codice che nessuno gli aveva consegnato.
Vista da me, la sua vita, è stata inutile, una palude di paranoie e astio ingiustificato. Vista da me, la sua vita non aveva nessun colore. Ecco perché scoprire quel verde nei suoi occhi mi ha tanto impressionata.
Oggi è inutile dire che avrei voluto un padre diverso o almeno vivo per quello che può significare essere vivo a questo mondo.
Più di una volta ho invocato la sua morte come atto di liberazione, per lui e per noi. Più di una anche ora che, quasi novantenne, le sue paranoie si sono centuplicate e nulla possono i farmaci per tenere a bada i suoi mostri.
Ogni cosa avverrà a suo tempo, mi dico, e la morte porterà via quel poco che resta di lui e il verde nei suoi occhi.

©MimmaRapicano-maggio2017

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