I protagonisti dell’Impressionismo (seconda parte): Degas, Renoir, Cézanne – di Costantino Piazza

Edgar Degas (1834-1917) 
Era conosciuto come il pittore delle ballerine, l’anima della Francia elegante, romantica, snob, decadente. Dipingeva ambienti chiusi con lo stesso stile dei fotografi. Ritraeva principalmente soggetti femminili, ippodromi e cavalli al galoppo. Per lui le ballerine erano un pretesto per rappresentare il movimento, I cavalli la velocità. Era l’artista delle solitudini, immerso totalmente in una ricerca di smisurata difficoltà. Tutti gli altri si eccitavano nell’oblio delle somiglianze di impressioni. Lui reagiva creandosi altre solitudini per necessità di essere incomparabile. Sarà l’amicizia con Manet a convincerlo a far parte del gruppo degli Impressionisti.

Bowing Dancer, c.1880 – c.1885

Edgar Degas

Portrait of Mary Cassatt, c.1880 – c.1884

Edgar Degas

Voleva stregare la verità con l’obiettivo di far diventare eterno il presente. Era anche un grande e originale scultore e la sua “danzatrice quattordicenne” fu innovativa per l’epoca anche per la scelta dei materiali (bronzo, cera, stoffa e capelli veri). Come tutti gli scultori eccelleva nel disegno. Da anziano, purtroppo, dovette cessate l’attività per gravi problemi alla vista e si ritirò a vita privata.

At the Races. The Start, 1861 – 1862

Edgar Degas

Interior (The Rape), 1868 – 1869

Edgar Degas

Petite danseuse de quatorze ans, 1881

Edgar Degas

Pierre-Auguste Renoir (1841-1919)
Come disse il critico Octave Mirbeau, l’opera di Renoir si è sviluppata anno dopo anno, mese dopo mese, giorno dopo giorno con la semplicità di un fiore che sboccia. Ha vissuto per dipingere, ha fatto della vita il proprio mestiere e in ciò sta il suo genio, le sue opere sono una lezione di felicità. Voleva lavorare da buon operaio per fare della buona pittura e mostrava sempre la consapevolezza dell’importanza del fare, la fiducia nel suo unico mezzo espressivo fatto di pennelli e tavolozza. Quando osservava un arancio ne sentiva l’aroma e lo trasmetteva sulla tela. La ricerca artistica di Renoir non aveva nulla di intellettuale, non aveva teorie, dottrine, estetiche e neanche ricercava immagini metafisiche né si rifaceva a filosofie dell’Arte. 

The Luncheon of the Boating Party, 1880 – 1881

Pierre-Auguste Renoir

Le sue tele erano un’espressione, talvolta ingenua, del piacere della vita e della gioia di dipingere. Amava il canto e dipingere le porcellane, decorava ventagli e realizzava pitture murali in caffè di Parigi, opere ormai perse. Lui si sentiva un artigiano ed era un decoratore che avrebbe avuto successo anche nel secolo precedente ed era affascinato da quella pittura. Per certi versi è come un artista del settecento rinato nell’ottocento che marciava diretto verso il novecento. Era un ottimo ritrattista ed otteneva importanti commissioni. Lui si rifiutava di considerarsi un rivoluzionario, per questo ci si chiede ancora oggi se possa essere realmente accostato agli impressionisti, poiché guardava principalmente alla grande tradizione francese. 

By the Seashore, 1883

Pierre-Auguste Renoir

Flowers in a Vase, c.1866

Pierre-Auguste Renoir

Figures on the Beach, 1890

Pierre-Auguste Renoir

La Grenouillere, 1869

Pierre-Auguste Renoir

Paul Cézanne (1839-1906)
L’intento più intimo del suo lavoro era cercare la realtà sublimata fino a renderla indistruttibile. Opporre alla pittura dell’apparenza, quella della sostanza, alla visione soggettiva quella obiettiva. La sua vita e il suo lavoro vivevano in simbiosi. E pensare che aveva vissuto da bohémienne fino a quarant’anni e gli ultimi trenta li ha dedicati incessantemente ed esclusivamente al suo lavoro. Diversamente da come potrebbe sembrare, lavorava senza gioia, ogni opera era il risultato di una rabbia sempre in conflitto con la realizzazione.

Portrait of Emile Zola, 1864

Paul Cézanne

Madame Cezanne Leaning on a Table, c.1873

Paul Cézanne

Lavorava continuamente senza tregua, la sera consunto fino allo spasimo, mandava giù distrattamente una cena. Invecchiato precocemente, malandato, arrabbiato, diffidente, veniva sempre deriso, schernito e maltrattato ogni volta che andava nel suo atelier. Sperava un giorno di raggiungere quel compimento che chiamava “realisasion”. Si ostinava a rendere il suo operato sempre difficile e andava avanti e indietro in quello studio che, secondo lui, aveva sempre la luce sbagliata. Fu un uomo difficile fino alla morte. Aveva cercato di intendere il suo “non potere andare più addentro” ai piani del colore. Avrebbe voluto riuscire, attraverso essi, a togliere arbitrio e autorità alla luce. 

The Card Players, 1892

Paul Cézanne

Landscape, 1870

Paul Cézanne

The pond of the Jas de Bouffan, 1878

Paul Cézanne


Costantino Piazza (in arte Kostia) è nato a Palermo nel 1953. Nel 1966 si trasferisce a Milano ed entra in contatto con importanti realtà delle arti figurative e della Cultura. Nel 1984 gli viene affidata la responsabilità delle attività culturali del Circolo “A. Gramsci”. L’anno successivo fonda il gruppo “Arteinsieme”, del quale sarà il presidente, realizzando mostre, convegni, dibattiti sull’arte ed altre iniziative culturali con l’intervento di personalità di primo piano tra I quali: Raffaele De Grada, Carlo Arturo Quintavale, Enzo Tiezzi, Luciana Castellina, Ludovico Geymonat, Gianni Minà, Concetto Pozzati, Vittorio Cavicchioni. Dal 1987 al 1995 svolge l’attività di grafico professionale e serigrafo. Ha esposto le sue opere in moltissime collettive e personali, fiere di settore. Ha realizzato copertine di libri, manifesti culturali per enti pubblici e associazioni e intervenuto in trasmissioni televisive di emittenti private. Nel 2006 apre la sua prima galleria “Artekostia” Nel 2009 è l’ideatore del progetto “Onlyart” che avrà all’attivo interessanti mostre e collaborazioni ad eventi. Nel 2010 apre un nuovo e più ampio spazio espositivo “Costantino Piazza Arte Contemporanea” con esposizioni di grande rilievo artistico e con la partecipazione di opere di artisti storicizzati. Cura, inoltre, un ciclo di 9 conferenze relazionate da docenti di Accademie nazionali e professionisti di settore. Nel 2011 partecipa alla mostra “In transito” a Marburg in Germania. Dal 2013 scrive articoli sull’arte, monografie su artisti storicizzati, critiche per giovani artisti, presenta eventi e reading poetici. Nel 2014 espone al centro congressi Princess Grace, ad Art fair Rotterdham e all’expo di Pesaro dove riceve il premio speciale della critica. Nel 2015 espone al Carrousel du Louvre di Parigi. Ha avuto recensioni in testate giornalistiche, riviste di settore sia cartacee che virtuali. Hanno scritto di lui, Beatrice Menozzi, Secondo Malaguti, Chiara Serri, Giuseppe Berti, Edoardo Di Mauro. Sue opere sono presenti in collezioni private in Italia e all’estero. Dal 2016 opera artisticamente nel suo atelier con esposizione permanente ad Albinea (RE).


In copertina particolare di “Vase of Flowers” (1916) by Odilon Redon

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