Gustav Klimt (seconda parte) – di Costantino Piazza

[Prima parte dell’articolo]
Successivamente Klimt elimina dalle sue opere l’oro, accentuando la qualità espressiva dei colori. Si avvicina all’acceso cromatismo dei Fauves (“belve, selvaggi”) e agli Espressionisti. L’impostazione stilistica è però assai diversa, le pennellate diventano più compatte e uniformi. I ritratti delle sue donne rivelano stati d’animo interiori e nei volti traspaiono espressioni di sensualità e insieme crudeltà che ricordano le donne fatali e voluttuose dei Preraffaelliti, in particolare di Edward Burne-Jones e Dante Gabriel Rossetti. 

Lady with Hat and Featherboa, 1909

Gustav Klimt

Old Woman, 1909

Gustav Klimt

Nel 1909 in un viaggio a Parigi conosce i dipinti di Pierre Bonnard, Édouard Vuillard e Félix Vallotton ma rimane particolarmente colpito dai lavori di Henri de Toulouse-Lautrec. Si chiude il periodo aureo e le sue opere si caratterizzano di cromie più scure e forti. Klimt attraversa una crisi artistica e esistenziale.  

L’Impero austro-ungarico, con lo scoppio della prima guerra mondiale, si sgretola e si sgretolano anche le certezze e la legittimità della sua arte. Venendo a contatto con artisti come Vincent van Gogh, Henri Matisse, Toulouse-Lautrec, si fonde stilisticamente con queste espressioni e abbandona le eleganti linee dell’Art Nouveau.

The Black Feather Hat, 1910

Gustav Klimt

Avenue of Schloss Kammer Park, 1912

Gustav Klimt

In questo stato confusionale si lascia influenzare dagli espressionisti e dagli impressionisti, in particolare da Claude Monet.
Tra il 1912 e 1917 si dedica a ritratti di paesaggi e a composizioni allegoriche ricercando modalità espressive meno sofisticate e più spontanee. 
Nel 1918, dopo un viaggio in Romania viene colpito da un Ictus e a causa della pandemia dovuta all’influenza spagnola prende una polmonite che lo porta prematuramente alla morte, lasciando molti dipinti incompiuti, e come succede spesso, molte donne e figli richiedono il riconoscimento di essere suoi legittimi eredi.

Church in Unterach on the Attersee, 1916

Gustav Klimt

Portrait Of Eugenia Primavesi, 1913

Gustav Klimt

The dancer, 1916 – 1918

Gustav Klimt

Baby, 1917 – 1918

Gustav Klimt

Egon Schiele, “Gustav Klimt nella sua camicia blu per dipingere” (1913)


Costantino Piazza (in arte Kostia) è nato a Palermo nel 1953. Nel 1966 si trasferisce a Milano ed entra in contatto con importanti realtà delle arti figurative e della Cultura. Nel 1984 gli viene affidata la responsabilità delle attività culturali del Circolo “A. Gramsci”. L’anno successivo fonda il gruppo “Arteinsieme”, del quale sarà il presidente, realizzando mostre, convegni, dibattiti sull’arte ed altre iniziative culturali con l’intervento di personalità di primo piano tra I quali: Raffaele De Grada, Carlo Arturo Quintavale, Enzo Tiezzi, Luciana Castellina, Ludovico Geymonat, Gianni Minà, Concetto Pozzati, Vittorio Cavicchioni. Dal 1987 al 1995 svolge l’attività di grafico professionale e serigrafo. Ha esposto le sue opere in moltissime collettive e personali, fiere di settore. Ha realizzato copertine di libri, manifesti culturali per enti pubblici e associazioni e intervenuto in trasmissioni televisive di emittenti private. Nel 2006 apre la sua prima galleria “Artekostia” Nel 2009 è l’ideatore del progetto “Onlyart” che avrà all’attivo interessanti mostre e collaborazioni ad eventi. Nel 2010 apre un nuovo e più ampio spazio espositivo “Costantino Piazza Arte Contemporanea” con esposizioni di grande rilievo artistico e con la partecipazione di opere di artisti storicizzati. Cura, inoltre, un ciclo di 9 conferenze relazionate da docenti di Accademie nazionali e professionisti di settore. Nel 2011 partecipa alla mostra “In transito” a Marburg in Germania. Dal 2013 scrive articoli sull’arte, monografie su artisti storicizzati, critiche per giovani artisti, presenta eventi e reading poetici. Nel 2014 espone al centro congressi Princess Grace, ad Art fair Rotterdham e all’expo di Pesaro dove riceve il premio speciale della critica. Nel 2015 espone al Carrousel du Louvre di Parigi. Ha avuto recensioni in testate giornalistiche, riviste di settore sia cartacee che virtuali. Hanno scritto di lui, Beatrice Menozzi, Secondo Malaguti, Chiara Serri, Giuseppe Berti, Edoardo Di Mauro. Sue opere sono presenti in collezioni private in Italia e all’estero. Dal 2016 opera artisticamente nel suo atelier con esposizione permanente ad Albinea (RE).


In copertina particolare di “Vase of Flowers” (1916) by Odilon Redon

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