ANDREA

Uno o due? Due. Arriviamo in spiaggia con due ombrelloni. Colpa mia, non tollero più il sole, come un verme del sottosuolo. Un tempo ero lucertola, ore ed ore ad arrostirmi la pelle.
Mi bastava una settimana per cambiare colore e diventare un’altra.
Oggi, invece, la giovinezza fa marameo dall’oblò del tempo.

Mentre mi dispero avviene un fatto inaspettato, conosco Andrea. Forse ad attirare la sua attenzione è stato l’ombrellone arcobaleno sotto il quale sono seduta o forse m’avrà vista sola e vuole tenermi compagnia. «Mi chiamo Andrea, facciamo un bagno insieme?».
È bassino, magrolino, come lo sono certi uomini alla sua età, occhi azzurri, trasparenti più del mare che ci sta di fronte. Non mi fido degli sconosciuti dagli occhi chiari ma la sua sperduta gentilezza mi commuove.

Coccooo-bellooo. Coccooo-frescooo.

Andiamo in acqua senza allontanarci troppo dalla riva, lui non sa nuotare, galleggia appena. «Però so fare il morto» e si mette pancia all’aria, le onde lo cullano e per un attimo smette di agitarsi. Devi essere leggero come una farfalla, non c’è bisogno che t’agiti tanto. Gli mostro come stare a galla senza affanno. Fa delle strane smorfie. Ridiamo. Inizia a parlarmi della madre. Eccone un altro rovinato dall’edipico complesso. Lui parla, io raccolgo sassi sul bagnasciuga. «Per chi sono?». Per le mie pronipotine. «Sono anche loro in vacanza qui?». No, abitano lontano. «Peccato, potevamo divertirci molto… tutti insieme».
Mi congedo da Andrea, sta diventando impegnativo stargli dietro. Cerca di toccarmi, io lo scanso, m’afferra le mani. La madre da lontano ci guarda. Ciao Andrea io vado.
Passano pochi minuti, neanche il tempo d’asciugarmi, che lui dal suo ombrellone azzurro s’agita mi chiama: «Ehi, signoraaaa». Si è già dimenticato il mio nome. «Lo vuoi un biscotto?». No, grazie. Deluso, abbassa le braccia. Mi sistemo all’ombra, quaderno e penna già pronti per lavorare. Andrea è loquace e fa presto nuove amicizie. S’avvicina soprattutto a donne di una certa età. M’ero illusa, rientro anche io nella seconda scelta. Andrea è irrequieto, la madre lo richiama più volte ma lui niente, non le dà retta. Mi tradisce con il primo quarto di bue.

Il sole di mezzogiorno ha risvegliato il mio mal di testa. Smontiamo gli ombrelloni, piego i teli, sistemo borse e borsette. Saluto Andrea, in fondo è stato carino, non mi va di lasciarlo così, senza un cenno. Lui capisce che stiamo andando, corre. La sabbia scotta, lui saltella come un grillo. «È tuo marito?» Sì, gli faccio sorridendo. «Ma si arrabbia anche lui come tutti i grandi?». No, non tutti i grandi si arrabbiano. Mi guarda perplesso. Ciao. «Ciao».
Prima d’andare mi volto e gli chiedo quanti anni ha. «Indovina?».
Non so, dimmi tu. «Cinque e mezzo». Saltella e ritorna dalla madre.

Coccooo-bellooo. Coccooo-frescooo.

3 luglio 2020
©Mimma Rapicano

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