PRIMA E DOPO / Secondo giorno

Sono le 01:26, oltre ai miei rumorosi vicini, dalla strada non arriva nessun segno di vita.
Il clima è mite. Altre sere il via vai di scooter e auto era il segno inequivocabile che questa città ama vivere in strada.
Ho deciso: domattina farò una torta. Non è che mi riescono sempre le torte, sono una frana con i dolci, ma in rete ho trovato la ricetta della “Torta paradiso”.
Ecco, la paradiso mi viene bene. A dire il vero, non sempre, ma insisto, prima o poi avrò la mia torta paradiso perfetta.

Ieri, affacciandomi al balcone, ho visto molta gente con le mascherine, chi le indossava goffamente, chi con sobria eleganza. In meno di ventiquattro ore, alcuni avevano acquisito una certa competenza.
Ho assistito alla scena di due anziane signore, appena uscite dal parrucchiere, che si scambiavano consigli su come indossarle per non stropicciare troppo la piega appena fatta.

E ho anche visto gente con le mani guantate di bianco e di blu. Poi ho avuto un attimo di panico: “Io non ce l’ho la mascherina!”.
In verità non l’ho mai cercata una mascherina. E ho i miei dubbi sulla sua effettiva necessità ora che il virus lo abbiamo promosso a cittadino onorario delle nostre città.

Ma sì, farò a meno della mascherina perché me ne starò a casa. Farò dolci, leggerò, inventerò buffi disegni da inviare alle mie pronipotine.

©MimmaRapicano_2020

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