COME UN GIOCO
Mi sveglio con la voglia di un bel film. Una struggente storia d’amore ambientata a New York alla vigilia di Natale o magari quella di un buffo pupazzo di neve che fa avverare i sogni di grandi e piccini. A volte basta un film per un po’ di leggerezza. Confondere la finzione con il reale è un po’ giocare con la vita, anche se in certi momenti è la vita stessa a diventare tutta un gioco di specchi e di riflessi.
Ho fatto il caffè, avevo fame, ho mangiato tre biscotti e bevuto un bicchiere di latte appena tiepido.
Ho acceso la tv ma è ancora troppo presto per i film Christmas-and-Love. Allora ho preso un libro, mi sono sistemata accanto alla finestra della cucina e ho iniziato a leggere. Poche pagine lette distrattamente perché la mente è piena e ad ascoltare la voce dello scrittore proprio non ci riesco. Chiudo il libro e mi arrendo al gorgoglio dei pensieri tristi. Avanti tutta, gli dico, oggi è il giorno giusto per lasciarvi andare.
Il veloce declino di mia madre m’intristisce più di tutto. La sua memoria è una polverosa strada di campagna, vacilla e non trova più il suo tempo. Guardo i suoi occhi e cerco di capire, ma la verità è che io non so cosa cercare in quello sguardo.
E poi c’è mio padre dal passo stanco e affaticato. Il suo mondo è un altrove di rancori e rabbia covata per troppi anni. Ed è sempre più difficile sopportare gli sputi e le sue ingiuste imprecazioni.
La vita li consuma lentamente e ci tiene sospesi tra due mondi. C’è un confine da attraversare ma nessuno sa dire chi lo raggiungerà per primo perché anche questo è un gioco, ma un gioco senza regole.
E allora mi aggrappo alla felicità fatta di semplici momenti, quelle piccole cose di poca rilevanza ma che per me sono ossigeno puro.
Spalanco il balcone, lascio entrare il gelo e il silenzio. Respiro.
Alzo lo sguardo e vedo la luce dell’alba arrampicarsi sulle porose pareti della Chiesa di Santa Chiara.
Fuori nasce un nuovo giorno, fuori è già Natale.
Napoli, 25 dicembre 2016
©MimmaRapicano