FIGURE

Figure in mare aperto. Cadono. Annegano. Il colore della pelle è pesante, una zavorra. Condannati ancor prima di nascere. Che il Creato sia multicolore a quei pochi bianchi non interessa. Lui annega, loro annegano, uomini, donne e bambini. A noi che importa. Le suole delle scarpe non sono bucate. La tivù trasmette l’ammazza cervello preferito. Ride la gente, si diverte. A mare noi andiamo per staccare la spina, sole, relax, cincin al tramonto. Noi il mare non lo attraversiamo per morire. La nostra pelle non ci condanna. Non ancora. Fate attenzione! Magari domani, in un ordine rinnovato e capovolto, l’Occidente deciderà che sono io, sei tu, sì proprio noi, i migranti di turno, gli intrusi. Magari sarà la mia terra e il mio accento a creare disgusto e indignazione all’indigesta tavola dei vagheggiamenti.

©MimmaRapicano_7ottobre2020

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