BIANCO SU BIANCO

Giovedì pomeriggio fuori la luce lascia spazio all’incoscienza della sera sul tavolo un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto dipende da chi guarda da una somiglianza che oltre il bordo depone il respiro delle cose.

Pieno e vuoto una visione di dubbia provenienza mentre dalla finestra l’acuto e violento strappo mi ricorda la vita di prima.

In metropolitana gente al mio fianco spalla a spalla ascelle d’altri sulla testa perché piccola di statura ma quel tempo è un tempo così lontano ne ho perso memoria e sapore mentre oggi annaspo nel silenzio e crollo e penso che siamo tutti crollati decimati mancanti di qualcosa.

È apparso un segno nel palmo della mano sinistra non va via neanche con acqua di fontana non potabile e scura malata come l’aria che fa morire o quasi morire e un ministro dal cognome ridicolo e sciatto ha detto che l’onda terza è vicina ma vicina quanto? gli ho domandato io molto vicina ha risposto lui ci stiamo già dentro.

E ho voglia di urlare ma l’uomo dell’oroscopo mi zittisce e alzo gli occhi al cielo e chiamo a consulto ariete capricorno pesci vergine bilancia ma tutto tace lassù e pare che non sia più possibile sperare nell’universo parallelo.

Il mare è tutto un bianco su bianco di luce e disincanto cala il sipario celato è il mio sguardo dal mondo e una voce quaggiù aspra e metallica ripete ossessivamente “non possiedi nulla se non apparenza”.

©MimmaRapicano_14gennaio2021


Immagine di copertina “There Was Perhaps a First Vision Attempted by the Flower” (1883) by Odilon Redon

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