GLU, GLU

In spiaggia alle otto del mattino. Il terzo ombrellone piantato è il nostro.
I gabbiani beccano nella sabbia in cerca di cibo avanzato.
Una donna sistema la borsa e l’infradito di platica rosa accanto a uno dei paletti che regolano la distanza tra ombrellone e ombrellone. In testa ha un cappello di paglia a grandi falde.
Si volta a destra e a sinistra, forse cerca qualcuno. Il seno è sodo, liscio.
Tette rifatte, sospettiamo. Un drappo di sipario strappato, il resto del suo corpo.

Noi in acqua. Tuffo, nuotata. Lontano, lontano dalla riva ancora si tocca.
Mare cristallino, ci fanno festa piccoli pesci.
Glu, glu.

Arrivano altri bagnanti. Ombrellone verde al nostro fianco. Coppia. Lei videochiama la nipotina. Ciao nonna, qui noi… sai, oggi… baci piccola mia… baci nonnina.
Glu, glu.

Tuffo, nuotata. I gabbiani sono spariti, torneranno al tramonto.
Famiglia con prole rumorosa al seguito: Giusi, Noemi, Matteo, Francesco.
Voglio andare in acquaaa. No!!! Prima la crema solare.
Oggi me lo compri il gelato? No, ieri ne hai mangiati tre.
Ma i nonni hanno detto di sì! I nonni non decidono, sono tua madre e decido io.
Capricci, capriccetti, discussioni, saluti, sole, caldo, stanchezza.
Glu, glu.

Urla, urletti, risata, spintoni, spruzzi d’acqua, castelli di sabbia, racchettoni, pallone.
Glu, glu.

Mammaaa, ho visto un pesceee. Era graaande così. Il bambino allarga le braccia più che può.
La mamma nemmeno lo sente impegnata com’è a scattare fotografie con il telefonino.
Unico soggetto, la sua faccia e il suo corpo.
Glu, glu.

Dalla sabbia raccogliamo cicche di sigarette, tante, troppe. Incivili.
Sole, ombra, tuffo. Ombra, tuffo, sole. Sul bagnasciuga è un via vai continuo, lo struscio non ha età. Donna, costume rosso, corre, cuffiette nelle orecchie.
Uomo dal passo veloce, in una mano le ciabatte, nell’altra una maglietta verde chiaro.
Guarda è il camminatore, te lo ricordi?
È lo stesso dello scorso anno, ha messo su un po’ di pancia, prima non l’aveva.
Maschera e pinna, bambino, costume giallo, si prepara ad esplorare i bassi fondali marini.
La mamma lo trattiene mentre fruga nella borsa, il piccolo aspetta, è ben educato.
La donna estrae un tubo gigante di protezione solare. È imbarazzata.
Glu, glu.

Continua senza sosta l’andirivieni sul bagnasciuga. Passano due anziani dal costume blu scuro, latte e caffè a vederli insieme. Capelli color argento uno, calvo l’altro. Li segue un terzo uomo. Curvo, capo chino, mascherina sulla bocca.
Glu, glu.

Infine appare lei, Venere Callipigia. Il bikini nero è inghiottito dalle forme abbondanti e mollicce, si intravede appena. I glutei saltellano ad ogni suo passo. Nella parte alta delle cosce grandi cuscinetti di cellulite. M’avvicino alla riva per guardarla meglio. Invidio l’incedere deciso, la sicurezza con cui affonda i piedi nella sabbia bagnata. Una divinità. Nemmeno s’accorge degli sguardi indiscreti dei bagnati. La sua leggerezza è un esempio per tutte noi che, con qualche chilo di troppo, ci vergogniamo e nascondiamo come appestate. Fanculo la ciccia!
Glu, glu.

È ora di andare. Chiudiamo l’ombrellone. Ciao a tutti, giovani e meno giovani, bambini, nonni, nipoti. Oh, mia Venere dove sei finita?
Glu, glu.

10 luglio 2020
©MimmaRapicano

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