E POI? / Quarantesimo giorno
Case: piccole, grandi, grandissime, ville, villette, villone.
Balconi: grandi, piccoli, piccolissimi, terrazze, giardini, finestre, finestrelle. Mare, fiumi, laghi, montagne. Boschi, prati, fiori, fiorellini, papaveri. Cani, gatti, gattini, pappagalli, cricetini.
E poi cos’altro? Chitarre, chitarrine, pianoforti, violini, violoncelli, fagotti, controfagotti, bassi, contralti, soprani, tenori. Giornalisti, opinionisti, complottisti, politici, esperti, espertissimi, virologi, epidemiologi, cantanti, attori, attrici, soubrette, ombelichi, farfalle, tatuaggi, bicchieri, vino, birra, noccioline, patatine… cin cin.
E ancora? Pane, panini, torte dolci, torte salate, salami, prosciutti, bruschette, grigliate… cin cin. Arcobaleni, mascherine, occhiali, tute, epidemia, contagi, letalità, numeri, cifre, stress, tampone, distanziamento, distanti, divieti, obblighi, grafici, zona rossa, zona gialla, zona indefinita, droplet, barelle, ambulanze, ossigeno, ventilatori, ospedali.
E poi? Spallanzani, Sacco, Cotugno, città deserte, strade deserte, tutto chiuso, pericolo di vita, Codogno, Milano, Brescia, Piacenza, Cremona, Bergamo… bare, bare, bare e ancora bare in viaggio. Cin cin.
Oggi a Napoli sono quaranta. Quaranta giorni tonditondi di lockdown. Un traguardo, sì, ma di cosa? Restiamo a casa, andrà tutto bene, tutto andrà bene. Cina, Italia, Europa… pandemia. Ciao, ciao, in tutte le lingue del mondo.
Facciamo una festa, vuoi ballare? E tutti a ridere per il rataratà. Orsù dunque, è ora di cambiare. Datemi parole nuove che a me queste non bastano più.
E poi cos’altro? Ho litigato con un salumiere insolente dal cuore di stracchino. Ho pregato, una preghiera laica la mia, senza croce e pane benedetto, ma ugualmente piena di dolore, chi ha capito, chi non può capire.
Cos’altro? Ho visto donne allegre, tristi, mamme, fidanzate, figlie. Le ho guardate quando è arrivato il giorno di bucato. Ho tifato per un uomo intento a dare un senso alla sua vita. E poi i ricordi, nuove e vecchie malinconie, passato, presente, futuro. Tutto insieme. Chi è stato, chi non è più.
E poi? Un, due, tre… stella! Facciamo un girotondo? Giro, giro tondo, casca il mondo e… tutti giù per terra.
Ho scritto di un processo per direttissima alla stupidità, vero o finto? Che importa, la stupidità era reale, oh, sì se lo era. Ho affollato di progetti la mia scrivania, appunti, fogli, quaderni, disegni. Quaranta giorni di gioie e dolori, lacrime, sorrisi, abbracci, paure, timori.
Tutto il mondo mi è entrato in casa, casa mia è andata lì fuori, nel mondo.
Ho ascoltato la voce disperata del mio citofono, il suo cuore soffre ancora e fa para–pa–zum e poi kaboom… il mondo di dopo sarà migliore di questo?
Dubbi, incertezze. Soluzioni? No, non ho soluzioni al momento. Passa più tardi, magari un giorno chissà. Edvige e la signorina Parisi mi stanno aspettando, fate presto, per favore. Giù e poi su, le mani al cielo, un due tre, ora quell’ultimo valzer profuma d’arancio.
Lunedì, martedì, mercoledì… che giorno è oggi? Che senso ha questo tuo parlare? Non so, io tengo chiaro. Ma come parli? Questa rataratà m’ha preso di brutto.
Bene, brava, bis. Io i piedi li ho ben piantati … Sì, ma hai promesse in naftalina e desideri siderali, non dimenticare quello che hai scritto.
La vita mi sembra un’enorme contraddizione. Un equivoco equivocato fin dall’inizio.
Intanto vado. Dove vai? Vado in cucina, faccio una torta. Fogli sparsi sul pavimento. Cosa fai? Traccio il percorso.
Bene, brava. bis.
Grazie, ve l’ho mai detto? Ecco è ora di farlo.
E poi? Poi ho pianto, soltanto qualche volta. Conseguenze? Dopo ci penserò, forse. Pensi che dopo sarai diversa? Non ti sento, parla più forte.
Bene, brava, bis.
Quanto mi mancano. Chi? M.M.D.L.Y. È un codice segreto? È domenica di festa.
E poi? Poi avrò forme abbondanti. Gli abiti di prima non mi andranno di sicuro e dovrò comprane di nuovi. E se non uscissi più? Cosa hai mangiato ieri sera? Minestrone di verdure. Ecco, tutto si spiega. Sì, ma cosa hai imparato? Tante cose. Elenca. Elenco? Sì, un elenco ci vuole. Posso farlo poi?
Bene, brava, bis.
Ho una domanda. Dimmi? Sempre, sarà per sempre? La risposta la conosci. E dopo? Dopo, cosa? Dopo i primi quaranta cosa accade?
Ma quando smetterai? Alla fase due, allento. Speriamo, non ne posso più di leggerti ogni mattina. C’era una volta… una favola con un gigante e un viaggio intorno al mondo.
Bene, brava, bis.
Altro da aggiungere? Sì. Cosa? Grazie. Sei noiosa.
E poi? Non sapevo cosa scrivere, ho mangiato un biscotto e ho spento la luce.
©MimmaRapicano_2020